Viviamo una grande stranezza. Ieri potevo fare, oggi mi impongono di non fare!
Con la Domenica dell’ulivo inizia la Settimana Santa. Inizia un cammino di otto giorni, legati tra loro da un unico evento che mi porta alla Domenica di Pasqua, l’ottavo giorno.
Penso a quando liberamente potevo andare in chiesa per seguire i Riti della Settimana Santa. E ora mi pongo la domanda del perché andavo?
Andavo per tradizione, senza una retta intenzione, per protagonismo, per abitudine, per incontrare gli altri, per fare numero, per tacitare la coscienza con l’almeno una volta all’anno…
Il non potere essere presente alle funzioni della Settimana Santa perché segregato in casa mi invita alla riflessione.
Bisogna fare il passaggio, e la Pasqua è un passaggio, dalla azione di assistere materialmente alle cerimonie della Settimana Santa alla azione di partecipazione vitale al mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo.
Solo se cambio questa azione dall’assistere al partecipare posso comprendere il dono della salvezza che Dio mi offre, sperimentare la mia impotenza, capire che ho dei limiti, che ho un fine temporale, che Dio mi aiuta a non cadere nell’angoscia, a non ripiegarmi su me stesso, perché “Lui è con me e io non devo temere!”
“Lui è la Luce che vince le tenebre della notte e della paura”
“Lui ha vinto la morte ed è Risorto”
Allora anche se costretto a non partecipare fisicamente ai riti del Giovedi, del Venerdi, e del Sabato Santo ugualmente posso pensare e meravigliarmi dell’amore che Dio ha avuto per me, di unirmi alla Passione di Gesù e di vivere il dono della Redenzione con chi sperimenta questa situazione di ristrettezza.
Accetto la sofferenza del momento e dalla mia casa posso pregare, posso avere fede, posso vivere la carità
Così Gesù risorgerà per me. Risorgerà nella cucina della mia casa.
Apparirà alle persone a me care che con me vivono questo disagio del non uscire per incontrarsi.
Ci darà la Sua pace e per tutti tornerà a brillare il sole, il sole della Domenica di Pasqua!
Spesso le abitudini della vita quotidiana fanno dimenticare la centralità del messaggio .
Buona e Santa Pasqua.
Enzo